Guardare il mondo da dietro un obiettivo fotografico
Sono un viaggiatore, fotografo e appassionato di vita
“Chiamatemi Nicola. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – con già mille interessi, ho deciso di aggiungerne uno nuovo: la fotografia. E da quel momento, ho iniziato a vedere il mondo da una prospettiva diversa, attraverso il mio obiettivo.”
(Libera rivisitazione dell’incipit di Moby Dick di Herman Melville)
Mi chiamo Nicola Muraro, vivo a Chiampo, un paese nella parte occidentale della provincia di Vicenza, nel Nord-Est dell’Italia e che vive di concia e lavorazione del marmo.
La mia passione per la fotografia è nata ben dopo i 50 anni, dimostrando che non è mai troppo tardi per scoprire una nuova parte di sé. Da allora, ogni viaggio, ogni lettura e ogni piatto cucinato che lo meritasse ha trovato il suo spazio dietro la mia macchina fotografica.
Viaggi, cucina, fotografia e lettura: un equilibrio tra passioni diverse
Sono quattro le grandi passioni che definiscono la mia vita: viaggi, cucina, lettura e, naturalmente, fotografia. Non sono semplici hobby, ma pilastri che arricchiscono il mio quotidiano, intrecciandosi l’uno con l’altro e contribuendo a creare il mio personale modo di vedere e interpretare il mondo. La mia fotografia nasce dalla curiosità: esploro nuovi angoli del pianeta e del piatto, e li immortalo per riviverli e condividerli.
Natura selvaggia, paesaggi urbani dinamici, ritratti di persone che incrociano il mio cammino, e la mia predilezione per il cibo: tutto ciò è al centro dei miei scatti. Ogni foto racconta una storia, ogni immagine è un frammento di una realtà vista attraverso la lente del mio obiettivo.
L'ispirazione dietro l'obiettivo
La mia passione per la fotografia nasce dalla curiosità e dalla voglia di scoprire. Come Ismaele in Moby Dick, anch’io scelgo di fotografare, viaggiare, leggere e cucinare per aprirmi a nuove esperienze. Gli scatti che faccio cercano di arricchire il mio mondo di significati, che si tratti di un viaggio o di un piatto preparato o scoperto nei luoghi che visito.
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I miei hobby
Scopri le mie passioni attraverso fotografia, viaggi, cucina e lettura.
Momenti di emozione: storie dietro l’obiettivo
L'incontro all'alba con la natura: tartaruga che torna al mare a Ras al Hadd
La sveglia suona alle 4:00 del mattino, l’aria è ancora fresca e il cielo buio mentre mi preparo per un’esperienza che potrebbe non ripetersi. Accompagnato dalle guide della Ras al Jinz Turtle Reserve, centro ufficiale di conservazione delle tartarughe, ci incamminiamo verso la spiaggia di Ras al Hadd. C’è sempre l’incertezza di vederle: non si può mai sapere se le tartarughe marine faranno la loro apparizione o no. Poi, in un momento di pura magia, eccola: una tartaruga torna lentamente verso il mare dopo aver deposto le sue uova. Sapere che queste creature viaggiano per migliaia di chilometri attraverso l’Oceano Indiano, solo per tornare su questa stessa spiaggia, rende l’esperienza ancora più emozionante. È uno spettacolo che la natura offre solo a chi è disposto ad aspettare e rispettare i suoi tempi.
Fotografare l'Half Dome al tramonto: meditazione, pazienza e emozione a Yosemite
La fotografia è per me anche una forma di meditazione, un modo per connettermi con il mondo che mi circonda e con me stesso. Scattare una foto non è solo premere un pulsante: è un processo di osservazione, di attesa, di immersione totale in un preciso spazio e tempo.
Nel parco di Yosemite, ad esempio, ho deciso di percorrere la lunga strada che dalla valle porta a Glacier Point, il punto perfetto per immortalare l’Half Dome al tramonto. Non ero certo solo, anzi. Nonostante la distanza e l’isolamento di quel punto unico di osservazione, molti altri hanno fatto la mia stessa scelta, rendendo il luogo pieno di vita e di attesa.
Usando Photopills, ho pianificato attentamente il momento giusto, sapendo che la luce avrebbe dipinto la montagna con toni spettacolari solo per pochi minuti. Nonostante l’eccitazione e l’impazienza, ho aspettato con calma, cercando di immergermi nell’ambiente e lasciarmi trasportare dal paesaggio. Ho scattato molte foto, ognuna con la speranza di catturare quell’attimo perfetto, ma alla fine, solo una è diventata quella “giusta”. È in quella pazienza, in quell’attesa e nella selezione finale che si racchiude il vero significato della fotografia per me: un equilibrio tra relax, emozione e la capacità di vedere oltre l’istante.
Il ghepardo all’ora d’oro: velocità e maestosità nella riserva di Inverdoorn
In Sud Africa, nella riserva di Inverdoorn, ho avuto l’opportunità di fotografare uno dei predatori più affascinanti della savana: il ghepardo. Ho scelto l’ora d’oro, quando la luce calda del tramonto esalta i colori della terra e rende l’atmosfera ancora più suggestiva. Per catturare l’animale in tutta sicurezza e senza disturbarlo, ho utilizzato un teleobiettivo Canon EF 100-400mm f/4,5-5,6 L IS II USM, che mi ha permesso di mantenere una distanza adeguata. Il ghepardo, l’animale terrestre più veloce al mondo, può raggiungere i 120 km/h, e osservare da vicino la sua grazia e potenza è stata un’esperienza indimenticabile. La preparazione e la pazienza sono state fondamentali per ottenere questo scatto, ma il risultato ne è valsa la pena.
La memoria del dolore incommensurabile
La fotografia del Killing Tree, scattata nei Killing Fields di Phnom Penh, rappresenta uno dei momenti più intensi del mio viaggio in Cambogia. Mi sono avvicinato a questo luogo sapendo che qui, contro questo albero, venivano perpetrate atrocità inimmaginabili. Migliaia di bambini furono brutalmente uccisi dai Khmer Rossi. L’aria intorno è carica di un silenzio pesante, rotto solo dai sussurri dei visitatori che, come me, tentano di trovare un senso a tanto dolore.
Mentre preparavo l’inquadratura, il pensiero era rivolto a ciò che queste vittime innocenti hanno dovuto sopportare. Ma come si può davvero rappresentare il male assoluto? La foto diventa così una testimonianza silenziosa, un modo per non dimenticare e per non lasciare che questi orrori cadano nell’oblio. Non esistono parole per descrivere appieno l’orrore; la foto, con i suoi dettagli e colori, prova a parlare per coloro che non hanno più voce.
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