La Sala dell'Offerta di Preghiere per i Buoni Raccolti al Tempio del Cielo, Pechino, Cina, con turisti che esplorano la piazza circostante.

Alla scoperta del Tempio del Cielo di Pechino: un viaggio tra storia e spiritualità

Introduzione

Durante i miei viaggi a Pechino nel 2010 e nel 2015, ho avuto l’opportunità di visitare il Tempio del Cielo o Tempio del Paradiso, (zh. 天壇T, 天坛STiāntánP, in manciùAbkai mukdehun, “Altare del Cielo” in entrambe le lingue, in inglese Temple of Heaven)

É uno dei luoghi più affascinanti e spirituali della capitale cinese. Questa esperienza unica mi ha permesso di esplorare un sito di grande significato storico e culturale, apprezzato non solo dai turisti, ma anche dai residenti di Pechino.

Descrizione del Tempio del Cielo

Il Tempio del Cielo, situato nella parte meridionale di Pechino, è un complesso templare che risale alla dinastia Ming e Qing. Costruito come un altare sacrificale imperiale confuciano, il tempio è stato progettato per consentire all’imperatore, noto anche come “figlio del Cielo”, di compiere riti sacri per invocare la pace e un buon raccolto. Oggi, è un sito patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e rappresenta un’icona culturale e spirituale della Cina.

Elementi architettonici principali

  • Altare Circolare (圜丘坛): Questa piattaforma di marmo a tre livelli è il luogo dove l’imperatore celebrava i sacrifici al Cielo durante il solstizio d’inverno. Il design circolare simboleggia il cielo e la perfezione divina.
  • Tempio del Dio dell’Universo (皇穹宇): Un edificio circolare con un tetto spiovente, utilizzato per custodire gli altari quando non erano in uso. Questo tempio è famoso per il “Muro dell’Eco”, che permette a un sussurro di viaggiare da un’estremità all’altra.
  • Sala della Preghiera per i Buoni Raccolti (祈年殿): Una magnifica struttura a tre tetti, costruita su una piattaforma circolare a tre livelli. Qui, l’imperatore pregava per un raccolto abbondante. Le 24 colonne del tempio rappresentano i 24 periodi del calendario lunare cinese.

Esperienze personali

Durante le mie due visite, ho potuto vivere il Tempio del Cielo da diverse prospettive. Nel 2010, dopo un meeting di lavoro, ho esplorato il tempio da solo, affrontando un lungo cammino fino alla stazione della metropolitana più vicina a causa della riluttanza dei taxisti di affrontare il traffico intenso di Pechino. Nel 2015, invece, ho avuto il piacere di visitarlo nuovamente, questa volta in compagnia di amici e familiari, spostandoci in bicicletta. È stata un’esperienza incredibile che consiglio a tutti coloro che desiderano immergersi nella vita locale.

Un luogo di comunità e cultura

Oltre alla sua importanza religiosa, il Tempio del Cielo è un luogo amato anche dagli abitanti di Pechino per le attività sociali e ricreative come la ginnastica, la danza e il footing. È un luogo di incontro dove storia, spiritualità e vita quotidiana si fondono in un’unica armoniosa esperienza.

Conclusione

Il Tempio del Cielo è una tappa imperdibile per chiunque visiti Pechino. Che siate appassionati di storia, spiritualità, o semplicemente alla ricerca di un luogo tranquillo per riflettere e rilassarsi, questo complesso templare vi offrirà un’esperienza indimenticabile.

Consiglio di viaggio: Considerate di raggiungere il tempio in bicicletta per vivere un’esperienza autentica e godere appieno dell’atmosfera unica del luogo. La bicicletta comunque va lasciata fuori dal parco all’interno del quale ci si può spostare solo a piedi.

Statua 798 Art District

Pechino: 798 Art District

798 Art District (noto anche come Dashanzi Art District) è una comunità di artisti situata nella zona di Dashanzi, a nord-est del centro di Pechino (https://goo.gl/maps/F5N4EdAwK3r). È una vecchia area industriale dismessa dove c’erano numerose fabbriche di proprietà dello Stato, tra cui Factory 798, che producevano originariamente materiali elettronici.

Oggi 798 Art District è un luogo in cui si trovano aziende di design, gallerie, centri d’arte, studi di artisti, oltre, ovviamente, a bar, ristoranti e luoghi di ritrovo.

A partire dal 2002, artisti e organizzazioni culturali hanno cominciato, un po’ alla volta, ad appropriarsi degli spazi delle vecchie fabbriche dismesse.

Gli edifici sono stati gradualmente ridisegnati per diventare ciò che sono oggi: una vasta area piena di attività creative ed artistiche.

A differenza di tante altre esperienze in giro per il mondo di recupero di aree industriali o portuali dismesse, in questo caso sembra che la nuova geografia urbana sia stata disegnata da quegli stessi che la usano.

Colpisce il contrasto tra la fatiscenza apparente che deriva dalla vista di insieme e la cura posta a realizzare spazi vivibili e belli all’interno degli edifici delle vecchie fabbriche.

L’impressione è quella di un lavoro molecolare, come fatto da tante formiche che, via via, ha segmentato e rifatto gli spazi per conquistarli ed adattarli alle proprie necessità.

Se anche c’è stata, non si vede l’esito delle grandi operazioni immobiliari che caratterizzano larga parte della “modernizzazione” di Pechino e che ha portato alla distruzione di buona parte del suo tessuto urbano tradizionale (gli “hutong”).

Visitando quest’area capisci ciò che la Cina sta già diventando, ben oltre gli stereotipi che spesso si limitano a dipingerla solo come una grande fabbrica di prodotti a basso costo per l’Occidente.

798 Art District mostra quanto la Cina sia anche una fucina di cultura, innovazione e di creatività anche in campo artistico.