Coppia in abiti storici saluta durante la Regata Storica di Venezia 2024

Venezia e la Regata Storica 2024: un viaggio tra tradizioni, colori e storia

Un weekend a Venezia per la Regata Storica 2024

A settembre, Venezia si trasforma per accogliere uno degli eventi più spettacolari e antichi della sua tradizione: la Regata Storica. Quest’anno, ho avuto la fortuna di vivere l’edizione del 2024, un’esperienza che mi ha permesso di immergermi in un’atmosfera ricca di storia e cultura. Le imbarcazioni tradizionali hanno sfilato lungo il Canal Grande, offrendo uno spettacolo visivo che non dimenticherò facilmente. Nel mare di gente che assiste allo spettacolo sono stato fortunato a trovare un posto libero su un pontile in fondo a Calle della Colona, vicino a San Marcuola.

La magia delle imbarcazioni storiche

Durante l’evento, si possono ammirare splendide gondole storiche, con equipaggi vestiti in costumi tradizionali. Le varie squadre, composte da vogatori esperti, competono in diverse categorie, rappresentando la storia e le antiche tradizioni veneziane. Il contrasto tra il blu del cielo e il riflesso delle case sul canale rende ogni istante perfetto per scattare fotografie.

Tra i momenti più significativi, ricordo il passaggio della maestosa “Città di Caorle”, un’imbarcazione decorata che sembra provenire direttamente dal passato. Ho immortalato anche la gioia dei vogatori che alzavano i remi al cielo, esultando al ritmo dei canti popolari.

La città in festa

Non è solo la regata a rendere questo evento speciale: Venezia si anima di bancarelle, feste e celebrazioni. La città si riempie di visitatori e locali, tutti pronti a godere della giornata di sole e delle tradizioni che riaffiorano in ogni angolo. Passeggiando tra i vicoli, ci si sente parte di una storia millenaria, che rivive con orgoglio ogni anno.

Se state programmando un viaggio a Venezia, consiglio vivamente di scegliere il periodo della Regata Storica. Non solo avrete l’opportunità di assistere a uno degli eventi più importanti della città, ma potrete anche esplorare Venezia in un contesto festoso e pieno di vita.

Come vivere al meglio la Regata Storica

Per chi vuole assistere alla Regata Storica, è fondamentale pianificare in anticipo. I posti migliori lungo il Canal Grande si riempiono presto, ma ci sono molti punti di osservazione, soprattutto vicino al Ponte di Rialto. Consiglio di arrivare presto per trovare una posizione favorevole e godere appieno dello spettacolo.

Portate con voi una macchina fotografica o uno smartphone con una buona risoluzione: ogni istante della regata è una foto da cartolina. Inoltre, non dimenticate di gustare qualche specialità veneziana, come i cicchetti accompagnati da un buon calice di vino, nei bacari sparsi per la città.

Consigli pratici e link utili

Venezia è una città che richiede un po’ di organizzazione per muoversi al meglio. Se non siete mai stati qui durante un grande evento, vi suggerisco di consultare il sito ufficiale della Regata Storica per conoscere i dettagli dell’evento e la sua storia: Regata Storica di Venezia.

Un altro sito utile per pianificare il viaggio è Venezia Unica, dove potete acquistare biglietti per i trasporti e musei in anticipo: Venezia Unica.

Per chi è appassionato di fotografia, consiglio di dare un’occhiata a Photopills, un’app utile per pianificare scatti perfetti, anche durante la regata: Photopills.

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Tempio dorico di Segesta con colonne ben visibili sotto un cielo azzurro

Un tuffo nella storia antica: Segesta, Sicilia, una scoperta tra amici

Alla scoperta di Segesta, un viaggio tra storia e natura

La mia recente vacanza in Sicilia ha incluso una tappa imperdibile a Segesta, uno dei più importanti siti archeologici dell’isola. In compagnia di mia moglie Sandra e di amici, ci siamo immersi nella storia antica, circondati dalla bellezza di un paesaggio naturale unico.

Il maestoso tempio dorico

La nostra prima tappa è stato il famoso tempio dorico, perfettamente conservato e situato su una collina che domina la valle sottostante. Le sue colonne imponenti si stagliano contro il cielo azzurro siciliano, e nonostante la sua incompletezza (il tempio non fu mai terminato), la sua bellezza rimane intatta. Camminando tra le sue colonne, ci siamo lasciati affascinare dal contrasto tra l’architettura rigorosa e il verde circostante.

Il teatro antico: un viaggio nel tempo

Dopo aver esplorato il tempio, ci siamo diretti verso il teatro antico, situato in una posizione panoramica spettacolare. Il teatro, risalente al III secolo a.C., si affaccia sulla valle e offre una vista mozzafiato che si estende fino al mare. Abbiamo immaginato gli antichi spettatori che, seduti su quelle stesse gradinate, assistevano a rappresentazioni teatrali in un luogo che fondeva arte e natura.

La bellezza dei paesaggi siciliani

Uno degli aspetti più indimenticabili del nostro viaggio è stata la bellezza incontaminata della natura attorno a Segesta. Il verde delle colline, il silenzio della campagna e la luce calda della Sicilia ci hanno fatto sentire in perfetta sintonia con la storia e la natura. Abbiamo trascorso momenti di tranquillità, godendo del panorama e scattando numerose foto per immortalare la magia del luogo.

Consigli utili per una visita a Segesta

Se stai pianificando una visita a Segesta, ti consiglio di prenderti del tempo per esplorare l’intera area archeologica. Indossa scarpe comode, porta dell’acqua e non dimenticare la macchina fotografica: ogni angolo di questo sito merita di essere immortalato. Puoi trovare maggiori informazioni sulla storia del sito e sugli orari di visita direttamente sul sito ufficiale Siti Archeologici di Segesta.

Conclusione

La visita a Segesta è stata un’esperienza arricchente, un viaggio attraverso la storia e la natura della Sicilia. Il tempio dorico e il teatro antico sono due tappe imperdibili per chi ama l’archeologia e vuole vivere un’esperienza immersiva nel passato. Condividere questa avventura con Sandra e i nostri amici ha reso tutto ancora più speciale.

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Un viaggio nel tempo: la mia visita al museo egizio di Torino

Antiche meraviglie: le sculture egizie

Il Museo Egizio di Torino è uno dei musei più affascinanti al mondo dedicati all’antica civiltà egizia. Durante la mia visita, ho avuto modo di esplorare un incredibile patrimonio artistico e culturale, con esposizioni che spaziano dalle statue delle divinità agli intricati affreschi che decorano le tombe.

Una delle prime sezioni che mi ha colpito è stata quella dedicata alle sculture, con statue raffiguranti faraoni e nobili, realizzate in pietra calcarea e straordinariamente conservate. Un vero viaggio nel passato, dove ogni dettaglio scolpito rappresenta una finestra su una civiltà millenaria.

La magia della tomba dipinta

Proseguendo, mi sono ritrovato davanti a una ricostruzione di una tomba dipinta, le cui pareti erano ricche di affreschi che raccontano le gesta dei nobili egizi. I colori, nonostante il passare dei secoli, sono ancora vividi, trasmettendo l’essenza di una cultura che credeva profondamente nella vita dopo la morte.

Il mistero delle mummie: un tuffo nel passato

Il momento più toccante della visita è stato l’incontro con una mummia perfettamente conservata, avvolta nelle sue bende originali. La delicatezza del lavoro eseguito millenni fa per preservare i corpi testimonia il rispetto che gli antichi egizi avevano per la vita ultraterrena.

Le divinità egizie e i sarcofagi

Infine, la sezione dedicata ai sarcofagi e alle divinità ha coronato il percorso. Qui ho potuto ammirare alcuni dei manufatti più iconici, tra cui imponenti sarcofagi splendidamente decorati e statue di Anubi, Osiride e altre divinità egizie.

Un'immersione nella cultura dell'antico Egitto

Se ti trovi a Torino, una visita al museo egizio è un’esperienza da non perdere. Non solo per gli amanti dell’archeologia, ma per chiunque desideri fare un tuffo in un passato ricco di storia, arte e mistero.

Per saperne di più sull'”antica civiltà egizia” puoi collegarti alla pagina Wikipedia sull’antico Egitto (https://it.wikipedia.org/wiki/Antico_Egitto).

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Il Torneo di calcio nel fango a Ísafjörður: un’avventura unica negli Westfjords islandesi

Introduzione

Nel 2013, durante un viaggio lungo tutti gli Westfjords, mi sono imbattuto casualmente in uno degli eventi sportivi più inusuali del mondo: il torneo di calcio nel fango. Si tratta dell’European Mud Soccer Championship (o “Mýrarbolti” in islandese), che si tiene annualmente negli Westfjords dell’Islanda, precisamente nella piccola città di Ísafjörður.Questo evento ha visto la partecipazione di squadre maschili e femminili, attirando giocatori e spettatori da tutta l’Islanda e oltre, per sfidarsi su un campo di gioco tanto unico quanto imprevedibile. Essere presente è stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente.

La location: gli Westfjords

Gli Westfjords, una delle regioni più remote e affascinanti dell’Islanda, offrono il contesto ideale per un evento così particolare. Durante il mio viaggio in questa splendida area, mi sono ritrovato circondato da paesaggi mozzafiato, ma anche da un clima imprevedibile. È proprio qui, in una palude trasformata in campo di calcio, che ho assistito a qualcosa di davvero unico: squadre di uomini e donne, tutte immerse nel fango, pronte a sfidarsi senza badare troppo alle difficoltà del terreno.

Le regole e lo spirito del torneo

Le regole del torneo erano quelle del calcio, ma con una grande differenza: il campo di gioco era completamente coperto di fango. Giocatori e giocatrici, visibilmente entusiasti e pieni di energia, dovevano fare i conti non solo con gli avversari, ma anche con un terreno che rendeva ogni movimento una sfida. La fatica fisica era evidente, ma ciò che mi ha colpito di più è stato lo spirito: uomini e donne giocavano non solo per vincere, ma per condividere un’esperienza di puro divertimento.

Partecipanti e atmosfera

I partecipanti provenivano da tutta l’Islanda e persino dall’estero, e c’era una vera atmosfera di festa. Le squadre femminili erano forti e agguerrite tanto quanto quelle maschili, dimostrando che il fango non spaventava nessuno. Da spettatore, mi sono trovato a ridere e fare il tifo, immerso in una scena surreale dove le risate erano contagiose e la competizione, pur presente, lasciava spazio a momenti di goliardia e cameratismo tra tutti i partecipanti.

Il fango come protagonista

Il vero protagonista della giornata era senza dubbio il fango. Ho visto giocatori e giocatrici scivolare, cadere e rialzarsi più volte, sempre con il sorriso. Ogni azione sul campo si trasformava in una sorta di danza caotica e comica, e il pubblico, me compreso, non riusciva a trattenere le risate. Partecipare come spettatore è stato un divertimento a sé stante, con l’energia contagiosa che pervadeva tutto l’evento.

 

Conclusione: un’esperienza da ricordare

Il torneo di calcio nel fango degli Westfjords del 2013 non è stato solo uno spettacolo sportivo, ma un’esperienza di condivisione e leggerezza. Ho avuto la fortuna di essere lì per caso, in una vacanza che si è trasformata in un’occasione unica per assistere a un evento dove uomini e donne hanno dimostrato che, indipendentemente dalle difficoltà, lo spirito di gioco e il divertimento vincono sempre. È stata una giornata che non dimenticherò facilmente, e il fango ne è stato, senza dubbio, il protagonista.

 

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Tomba di Igor Stravinsky al cimitero di San Michele a Venezia.

L’Isola di San Michele: Il misterioso cimitero di Venezia e le sue tombe celebri

Introduzione

Il cimitero dell’isola di San Michele a Venezia non è solo un luogo di riposo per i defunti, ma anche un sito di grande bellezza e fascino, ricco di storia, arte e leggende. Tra i suoi sentieri tranquilli e i cipressi maestosi, si trovano le tombe di personaggi famosi e monumenti che raccontano storie di un passato lontano.

Storia del cimitero di San Michele

Il cimitero di San Michele è stato fondato all’inizio del XIX secolo, dopo che un decreto napoleonico vietò le sepolture all’interno della città di Venezia per motivi igienici. Questo cimitero, unico nel suo genere, si trova su un’isola tra il Canal Grande e la Laguna di Venezia. Originariamente sede di un monastero camaldolese, l’isola conserva ancora tracce del passato religioso, che si mescolano con la sua attuale funzione di luogo di riposo eterno.

Le sepolture celebri

L’isola di San Michele è famosa per ospitare le tombe di numerosi personaggi illustri, sia veneziani che stranieri. Tra le sepolture più celebri troviamo quella del compositore russo Igor Stravinsky, le cui opere hanno rivoluzionato la musica del XX secolo. Stravinsky scelse Venezia come luogo di riposo, attratto dalla sua bellezza e dalla sua atmosfera unica.

Accanto a Stravinsky si trova la tomba del poeta americano Ezra Pound, una figura chiave della letteratura modernista. Pound trascorse molti anni in Italia, e la sua tomba, semplice ma evocativa, attira visitatori da tutto il mondo.

Non lontano da queste sepolture si trova la tomba del celebre ballerino russo Sergei Diaghilev, fondatore dei Ballets Russes. Diaghilev è ricordato per aver introdotto una nuova era nella danza, e la sua tomba è spesso adornata con scarpette da ballo lasciate dai visitatori come omaggio al suo contributo artistico.

Tra i veneziani illustri sepolti a San Michele ci sono anche il compositore Luigi Nono, noto per le sue opere sperimentali e politicamente impegnate, Emilio Vedova, famoso per essere stato uno dei principali esponenti dell’arte astratta in Italia e per il suo uso dinamico e vigoroso del colore e della materia, e la scrittrice Freya Stark, una delle più grandi esploratrici del XX secolo, che ha descritto i suoi viaggi in Medio Oriente con uno stile unico e affascinante.

Architettura e arte: le tombe più significative

Il cimitero di San Michele è un vero e proprio museo a cielo aperto, dove l’architettura delle tombe riflette una vasta gamma di stili, dal neoclassico al moderno. Una delle tombe più impressionanti è quella della famiglia Morosini, un elaborato monumento neoclassico decorato con sculture di angeli e figure allegoriche che simboleggiano il dolore e la speranza.

Un altro esempio di architettura notevole è la Cappella Vivarini, un piccolo edificio neogotico situato in una delle zone più tranquille del cimitero. Questa cappella è famosa per le sue vetrate colorate e per le decorazioni in marmo, che creano un’atmosfera di pace e riflessione.

La tomba del barone Franchetti è un altro punto di interesse: una struttura imponente in marmo bianco con dettagli neorinascimentali, che spicca per la sua eleganza e la sua ricercatezza. Anche la tomba della famiglia Vendramin è degna di nota per il suo stile eclettico, che combina elementi neoclassici e modernisti in un’unica opera d’arte.

Le leggende e i misteri dell'isola

Come ogni luogo ricco di storia, anche l’isola di San Michele è avvolta da leggende e racconti misteriosi. Si dice che l’isola sia abitata dagli spiriti dei defunti e che durante la notte si possano udire sussurri tra i cipressi. Queste storie, vere o no, aggiungono un tocco di fascino a un luogo già di per sé magico.

Come visitare il cimitero di San Michele

Visitare il cimitero di San Michele è semplice: si può prendere un vaporetto della linea 4.2 della ACTV dal centro di Venezia. L’isola è aperta ai visitatori durante tutto l’anno, ma è importante ricordare che si tratta di un luogo sacro, e quindi è necessaria una certa sensibilità e rispetto.

Conclusione

Il cimitero di San Michele è molto più di un luogo di sepoltura. È un viaggio nel tempo e nello spazio, dove la storia, l’arte e il mistero si intrecciano per offrire ai visitatori un’esperienza indimenticabile. Le tombe celebri e le strutture architettoniche uniche rendono questo luogo una tappa obbligata per chi vuole esplorare un lato diverso di Venezia, lontano dalla folla turistica.

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Vista autunnale del Lago di Tovel con riflessi d'acqua e alberi colorati, Val di Non, Trentino

Escursione al lago di Tovel: foliage autunnale e fotografia all’alba in Val di Non

Preparativi per l'escursione: B&B e sveglia ben prima dell’alba

Qualche anno fa, il 19 ottobre 2013, ho deciso di concedermi una giornata di pura immersione nella natura. Ho scelto come destinazione il suggestivo Lago di Tovel, situato nella splendida Val di Non, in Trentino.

Il lago di Tovel è all’interno del Parco Naturale Adamello-Brenta. Si possono trovare maggiori informazioni su orari e regole del parco, visitando il sito ufficiale del Parco Naturale Adamello Brenta.

Ho prenotato un accogliente B&B lì vicino e mi sono preparato per una levataccia prima dell’alba .

Sapevo che la luce mattutina avrebbe offerto le migliori condizioni per fotografare il foliage autunnale, e l’idea di catturare questi colori vibranti era proprio lo scopo della escursione.

Lago di Tovel all'alba: un paesaggio mozzafiato

Sveglia alle prime ore del mattino, robusta colazione, il cielo ancora buio, ho lasciato il B&B con il mio zaino, attrezzatura fotografica pronta e la mente piena di aspettative.

Arrivato al Lago di Tovel, sono stato accolto da un paesaggio che sembrava uscito da un quadro. Le montagne che circondavano il lago si riflettevano perfettamente nelle sue acque cristalline, creando uno spettacolo di simmetria naturale. Il silenzio era rotto solo dal fruscio delle foglie cadenti e dal canto lontano degli uccelli.

L’albeggiare ha creato prima la luce tipica dell’ora blu per trasformarsi poi nella luce dorata dell’ora d’oro tingendo tutto di un caldo color miele. È allora che il lago si è trasformato in uno specchio che rifletteva le mille sfumature di rosso, arancione e giallo delle foglie autunnali.

Fotografare il foliage: consigli e esperienza personale

Fotografare il foliage al Lago di Tovel è stato un vero piacere. La combinazione di colori intensi, luce morbida e paesaggi montani crea infinite opportunità per catturare immagini uniche. Ecco alcuni consigli che ho trovato utili durante questa esperienza:

  • Arrivare presto: La luce dell’alba è perfetta per fotografare il foliage, poiché offre toni caldi e ombre lunghe che esaltano i colori autunnali.
  • Sfruttare i riflessi: Le acque calme del lago sono ideali per creare composizioni simmetriche, riflettendo le montagne e gli alberi circostanti.
  • Giocare con le prospettive: Provare diverse angolazioni e utilizzare elementi naturali in primo piano, come foglie o rocce, può aggiungere profondità alle foto.

Conclusione: il fascino del Trentino in autunno

La mia escursione al Lago di Tovel è stata un’esperienza difficile da dimenticare, che si aggiunge a molte altre escursioni fotografiche altrattanto intriganti. Non solo per la bellezza dei paesaggi, ma anche per la sensazione di pace e connessione con la natura che ho provato. Se state cercando un luogo dove poter vivere l’autunno in tutta la sua magnificenza, il Lago di Tovel in Val di Non è sicuramente una destinazione da non perdere. Ricordatevi di portare con voi la vostra macchina fotografica e di prepararvi a catturare uno dei migliori spettacoli naturali che l’Italia ha da offrire.

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Vista dall'alto del ponte Vecchio di Mostar, Bosnia-Erzegovina.

Il ponte di Mostar: da tragedia a simbolo di speranza

Visita a Mostar nel 2010: un viaggio indimenticabile con mia moglie

Nel 2010, mia moglie e io abbiamo avuto il privilegio di visitare la storica città di Mostar, una gemma situata nel cuore della Bosnia-Erzegovina. Ogni angolo di questa città ci ha raccontato storie, con il Ponte Vecchio che ne incarna il simbolo più significativo.

Il ponte vecchio sulla Neretva: simbolo di resilienza

Il Ponte Vecchio di Mostar, con la sua maestosa arcata che si estende sopra le acque turchesi del fiume Neretva, è tristemente noto per essere stato distrutto durante la guerra dei Balcani nel 1993. Tuttavia, la sua ricostruzione nel 2004 ha segnato un atto di rinascita e riconciliazione per la città e i suoi abitanti. Passeggiando sul ponte, abbiamo potuto percepire l’importanza storica e simbolica di questo capolavoro architettonico.

La vista di Mostar: una città che unisce

Dall’alto del Ponte Vecchio, la vista su Mostar è semplicemente mozzafiato. Le case dai tetti rossi, le antiche moschee e le strade acciottolate che si snodano lungo le rive del fiume offrono uno spettacolo unico. Sono case che raccontano di una città che ha saputo fondere diverse culture e religioni nel corso dei secoli. Abbiamo scattato diverse foto per catturare la bellezza e l’atmosfera di questo luogo magico.

Negozi sul ponte: un tuffo nel passato

Camminando lungo il ponte, ci siamo fermati nei piccoli negozi che lo costeggiano, dove il tempo sembra essersi fermato. Ogni bottega racconta una storia, con oggetti e manufatti che riflettono la ricca tradizione artigianale della regione. È stato un vero piacere curiosare tra le bancarelle e scoprire i tesori nascosti che Mostar ha da offrire.

Artigianato locale: un patrimonio da scoprire

Tra i prodotti che più ci hanno colpito, ci sono stati i tradizionali tappeti, i gioielli in argento e gli oggetti in rame, tutti realizzati a mano con una maestria che si tramanda da generazioni. Abbiamo portato a casa alcuni di questi prodotti come ricordo di un viaggio indimenticabile e come testimonianza della cultura vibrante e resiliente di Mostar.

Mostar rimane per noi una delle mete più affascinanti che abbiamo visitato, un luogo dove la storia e la bellezza naturale si fondono in un connubio perfetto.

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Graffiti su un edificio a Camden Town con immagini di piante ed animali

Camden Town: un’esperienza multisensoriale nel cuore di Londra

Camden Town: una delle zone più iconiche e vivaci di Londra

Durante la mia recente vacanza a Londra con mia moglie, abbiamo deciso di esplorare Camden Town, una delle zone più iconiche e vivaci della capitale. Nonostante avessi sentito parlare molto di questo quartiere, la realtà ha superato di gran lunga le aspettative. Camden Town non è solo una meta turistica, è un’esperienza multisensoriale che racchiude l’essenza multietnica e alternativa di Londra.

Perché Camden Town è un must-see per i turisti

Visitare Camden Town è diventato un must-see per chiunque si trovi a Londra. Ma perché questo quartiere è così speciale? La risposta è semplice: Camden riesce a fondere in un solo luogo l’energia creativa, la diversità culturale e un’atmosfera ribelle che difficilmente si trova altrove. È un luogo dove l’arte, il cibo e la musica si mescolano in un caotico ma affascinante spettacolo di colori, sapori e suoni.

Street Art: un museo a cielo aperto

Una delle prime cose che cattura l’attenzione a Camden è la street art che decora gli edifici lungo la strada principale. Questa forma d’arte urbana non è solo decorativa, ma rappresenta l’anima del quartiere. Ogni murales racconta una storia, spesso legata alla cultura pop, alla musica o a messaggi sociali. Camden è un museo a cielo aperto, dove l’arte diventa parte integrante del paesaggio urbano, arricchendo l’esperienza visiva di chi passeggia tra le sue strade.

Il cibo etnico: un viaggio tra i sapori del mondo

Camden è anche il regno dello street food, dove la varietà di cibi etnici riflette la diversità della popolazione londinese, ancor più che nel resto della città. Camminare tra i chioschi di Camden Lock è come fare un viaggio intorno al mondo attraverso i sapori. Si passa dal profumo delle spezie indiane ai piatti piccanti della cucina messicana, dai dolci orientali alle specialità europee. Ogni chiosco compete per attirare l’attenzione dei passanti, con metodi simpatici ma quasi aggressivi, che contribuiscono a creare un’atmosfera vivace e coinvolgente. Assaggiare queste delizie è un’esperienza imprescindibile, capace di soddisfare i palati più curiosi e avventurosi.

Spettacolo live al Coyote Ugly: divertimento e adrenalina

Come ciliegina sulla torta della nostra giornata a Camden, abbiamo assistito a uno spettacolo live al Coyote Ugly, un bar famoso per l’intrattenimento fuori dagli schemi. Qui, le ballerine non si limitano a esibirsi sul palco, ma salgono sul bancone del bar, coinvolgendo il pubblico in uno spettacolo adrenalinico e divertente. È un’esperienza che racchiude l’essenza di Camden: irriverente, energetica e decisamente indimenticabile.

Camden Town: un microcosmo di Londra

Camden Town rappresenta in piccolo quello che Londra è su scala più ampia: un crocevia di culture, arti e persone che convivono in armonia pur mantenendo la loro identità. È un luogo dove le differenze non solo si accettano, ma si celebrano, e dove ogni angolo racconta una storia diversa. Se state programmando un viaggio a Londra, non potete perdervi questo quartiere unico nel suo genere. Camden Town non è solo un posto da visitare, è un’esperienza da vivere.

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Panorama Costiero di Kos

L’isola greca di Kos

l'isola greca di Kos tra natura, storia e religione

L’isola greca di Kos è stata una sorpresa positiva. La vacanza che mia moglie Sandra ed io abbiamo fatto ad agosto 2023 ci ha fatto apprezzare le bellezze storiche e naturali dell’isola, vera e propria perla del Dodecaneso nel Mar Egeo.

Le splendide spiagge, specie quelle selvatiche nella parte occidentale intorno a Kefalos, fanno il paio con le ricche vestigia storiche con i loro scenari affascinanti che uniscono la maestosità del passato con la serenità del presente.

Vestigia storiche che riflettono una lunga e variegata storia

L’isola di Kos è un tesoro di antiche rovine che raccontano la sua ricca storia millenaria. Queste le principali:

  • Asklepion di Kos: antico santuario dedicato ad Asclepio, il dio greco della medicina, è uno dei siti archeologici più importanti dell’isola. È stato un centro di cura e di pratica medica nel mondo antico, frequentato anche da personaggi storici come Ippocrate, considerato il padre della medicina moderna.
  • Castello dei Cavalieri di San Giovanni: fu costruito nel XIV secolo dai Cavalieri di San Giovanni. Restano solo le rovine con una vista panoramica sulla città e sul mare.
  • Antico Agorà di Kos: sito dell’antico mercato e centro sociale di Kos nell’antichità. Include templi, altari, edifici pubblici e residenziali che risalgono al periodo ellenistico e romano.
  • Casa Romana: villa romana ben conservata situata vicino all’Agorà, nota per i suoi mosaici e le strutture residenziali che mostrano l’architettura e la vita quotidiana romana.
  • Odeon di Kos: piccolo teatro romano, costruito nel II secolo d.C., che era utilizzato per spettacoli musicali e poetici.
  • Santuario di Dioniso: antico tempio dedicato a Dioniso, dio del vino e del teatro, situato vicino all’Agorà.
  • Mura della città di Kos: resti delle antiche mura che circondavano la città di Kos nel periodo bizantino e medievale, testimoni della storia difensiva dell’isola.

Spiagge selvagge con mare cristallino

Tra le numerose spiagge abbiamo quelle nella parte occidentale dell’isola, perchè uniscono bellezza selvaggia e una incredibile tranquillità dato che vi sono proprio pochi bagnanti. Tra le spiagge più belle vanno menzionate:

  • Spiaggia di Kefalos: situata vicino al villaggio di Kefalos, questa spiaggia è nota per le sue acque cristalline e la sabbia dorata. È ideale per nuotare e fare snorkeling.
  • Spiaggia di Agios Stefanos: famosa per le sue rovine antiche situate proprio sulla riva. Offre un mix di bellezze naturali e storiche, con acque limpide e una vista spettacolare sulle isole vicine.
  • Spiaggia di Paradise (Paradise Beach): una delle più popolari dell’isola, nota per la sua sabbia soffice e le acque turchesi.
  • Spiaggia di Camel: piccola baia appartata con acque tranquille e cristalline. È un luogo ideale per chi cerca tranquillità e relax.
  • Spiaggia di Lagada: vicina a Paradise Beach, Lagada è meno affollata e offre un ambiente più tranquillo. Le acque sono calme e la spiaggia è circondata da una natura incontaminata.
  • Spiaggia di Markos: situata tra Kefalos e Kamari, è una delle spiaggie è conosciute e quindi meno affollata.

Esperienza religiosa nella chiesa greco-ortodossa

Per caso, tornando da una spiaggia remota, ci siamo trovati immersi in un’esperienza straordinaria di religiosità presso la chiesa di San Giovanni Battista, in occasione di una ricorrenza importante della Chiesa greco-ortodossa.

Abbiamo partecipato alla Divina Liturgia, una cerimonia liturgica completa simile alla messa cattolica, che include preghiere, canti, letture bibliche, omelie, litanie e l’amministrazione dei sacramenti. È il momento in cui i fedeli prendono parte alla comunione sacramentale del Corpo e del Sangue di Cristo. La celebrazione può durare diverse ore, una lunghezza che riflette la profondità e la ricchezza dei simboli, delle preghiere e dei rituali, tutti elementi che contribuiscono a creare un’esperienza di profonda venerazione e comunione spirituale.

Questa liturgia è intrisa di rituali sacri che evocano una forte connessione con la tradizione e la spiritualità della Chiesa Ortodossa. Al centro della cerimonia si trovano le icone sacre, dipinte secondo precise regole liturgiche che le rendono simboli viventi della presenza divina.

I canti liturgici, intonati dai cori e dai fedeli, sono eseguiti con una musicalità peculiare che riflette l’antica tradizione melodica dell’Ortodossia. Questi canti, ricchi di teologia e poesia, esprimono la fede dei credenti e il loro desiderio di comunione con Dio.

In sintesi, una messa di rito greco-ortodosso è un’esperienza multisensoriale che coinvolge vista, udito e olfatto, immersi in un ambiente ricco di simboli che rappresentano la fede, la storia e la spiritualità della Chiesa Ortodossa. È stato un momento di intensa partecipazione e connessione spirituale, che ci ha lasciato un’impressione duratura

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“Stranieri ovunque”: la Biennale d’arte 2024 di Venezia

"Stranieri ovunque"

Il titolo della Biennale di Venezia del 2024 è “Stranieri Ovunque” e si misura con i temi delle migrazioni e della integrazione tra le diverse culture presenti in tanta parte del mondo.

Le opere presentate spingono a ragionare sul carattere fluido delle nostre identità sfidando i confini tradizionali. È un modo per esplorare fuori dagli schemi i concetti di appartenenza e identità in un mondo sempre più globalizzato.

Al solito la mostra veneziana mette assieme esperienze e prospettive che vengono da tantissimi paesi di tutti i continenti e che la rendono un incredibile punto di incontro di culture e di idee molto ricco. I diversi registri della comunicazione artistica vengono mostrati attraverso opere che usano i vari possibili media che vanno dalla pittura alla performance, dai video alla installazione, alla scultura.

 

Tra passato e presente e tra locale e globale

Ciò consente un dialogo tra tempi e luoghi diversi, cioè tra passato e presente così come tra locale e globale, spingendo il visitatore a riflettere e ad interrogarsi anche fuori dalla sua zona di comfort. In altre parole: sono tutti stimoli a pensare e ad arricchire le proprie forme mentali facendo capire come si rappresenti una realtà vissuta quotidianamente da milioni di persone.

Non si può dimenticare che “Stranieri Ovunque”, prima ancora di essere il tema della Biennale d’arte di Venezia del 2024, è la realtà vissuta tutti i giorni da milioni di persone nel mondo.

La bellezza della diversità

La Biennale del 2024 diventa così un’occasione imperdibile per confrontarsi con le storie e le visioni di chi vive sulla soglia tra due mondi, sfidando le convenzioni e costruendo nuove narrazioni di appartenenza mostrando la bellezza della diversità.

Il percorso espositivo è stato curato con grande attenzione, creando un flusso narrativo che accompagna il visitatore in un viaggio emozionante e provocatorio.

La Biennale di Venezia 2024 dà l’occasione per cogliere, attraverso le forme di rappresentazione artistica, la complessità e la ricchezza delle identità contemporanee. Ci ricorda che, alla fin fine, siamo tutti “stranieri ovunque”.

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