Immagine suggestiva del Carnevale di Venezia 2025, con un giullare veneziano in costume elaborato, ripreso nei portici del Palazzo Ducale all'alba.

Carnevale di Venezia 2025: le maschere nell’ora blu tra San Marco e Riva degli Schiavoni

Fotografare il Carnevale di Venezia all’ora blu: un’esperienza unica

Il Carnevale di Venezia è una festa di colori, eleganza e mistero, ma c’è un momento della giornata in cui l’atmosfera diventa ancora più magica: l’ora blu. Quest’anno, nelle mattine del 1° e 2 marzo 2025, ho deciso di dedicare due sessioni fotografiche all’alba per catturare le maschere più affascinanti tra Piazzetta San Marco, i portici di Palazzo Ducale e Riva degli Schiavoni.

L’appuntamento con le maschere inizia presto: sveglia alle 5:00 del mattino, arrivo in Piazza San Marco quando è ancora buio, fotocamera impostata per sfruttare la luce tenue che precede il giorno.

Le maschere del Carnevale di Venezia: arte, passione e dedizione

Chi partecipa attivamente al Carnevale di Venezia non si limita a indossare un costume: dietro ogni maschera c’è un lavoro di mesi, talvolta anni. Appassionati da tutto il mondo investono tempo e risorse per creare abiti sempre più stupefacenti, curati nei minimi dettagli e spesso di valore elevato. L’eleganza delle stoffe, la ricchezza degli accessori e la perfezione nei dettagli rendono ogni maschera un’opera d’arte vivente.

Durante la sessione fotografica, varie maschere mi hanno dato il loro biglietto da visita, chiedendomi di inviare loro le foto. Un gesto che accetto sempre con piacere e riconoscenza, perché il Carnevale è anche condivisione e passione comune per la bellezza e chi ha investito per creare una bella maschera si aspetta solo delle belle foto come riconoscimento.

La sfida tecnica: bilanciare luce naturale e flash

Fotografare all’ora blu non è semplice. La luce cambia rapidamente e con essa la temperatura colore, creando un mix di tonalità che va dal blu profondo ai primi bagliori caldi dell’alba. Per ottenere immagini equilibrate è fondamentale:

  • Gestire il flash: per illuminare i soggetti senza appiattire l’immagine e senza sovrastare l’atmosfera naturale.
  • Bilanciare la luce ambientale: esponendo in modo da mantenere il fascino del contesto senza perdere dettagli nel soggetto.
  • Adattarsi al cambio di luce: regolando ISO, tempi e apertura per non perdere il momento perfetto.

Una vera sfida fotografica, ma anche un’esperienza estremamente gratificante per chi ama la fotografia e la magia del Carnevale di Venezia.

Conclusione: un’alba indimenticabile tra maschere e magia

Nonostante la levataccia mattutina, scattare all’ora blu durante il Carnevale di Venezia è un’esperienza che consiglio a ogni appassionato di fotografia. Il mix tra l’eleganza senza tempo delle maschere e la luce surreale del mattino regala scatti unici, difficili da replicare in altri momenti della giornata.

E ora, spazio alle immagini!

Ecco alcuni link esterni utili

1. Informazioni ufficiali sul Carnevale di Venezia

2. Fotografia all’ora blu e tecnica fotografica

3. Approfondimenti su Venezia

4. La tradizione delle maschere veneziane 

5. Artigiani delle maschere veneziane

  • Ca’ Macana – Uno dei laboratori artigianali più rinomati di Venezia, specializzato nella creazione di maschere tradizionali in cartapesta.
  • La Fucina dei Miracoli – Laboratorio artigianale che produce maschere veneziane originali dal 1975, seguendo la tradizione veneziana.
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Facciata dei Bagni Termali Széchenyi a Budapest con la piscina esterna e statue decorative

Un tuffo nella storia: i bagni termali Széchenyi di Budapest

Un viaggio nel cuore della cultura termale ungherese

Visitare i bagni termali Széchenyi di Budapest è un’esperienza che unisce relax e scoperta culturale. Con mia moglie Sandra abbiamo avuto il piacere di immergerci in questo luogo iconico in due occasioni: la prima nel dicembre 2011, con il fascino dell’inverno magiaro, e la seconda nell’estate 2015, quando i colori vibranti e il cielo terso hanno arricchito la nostra visita.

Un gioiello architettonico e culturale

Costruiti nel 1913, i bagni termali Széchenyi rappresentano uno dei più grandi complessi termali d’Europa. La loro architettura neobarocca, con cupole, colonne e statue maestose, regala agli ospiti una cornice unica.
Durante entrambe le visite, siamo rimasti affascinati dai dettagli architettonici: statue eleganti, corridoi con colonne e le vasche decorate che sembrano opere d’arte.

La magia dell’inverno 2011

Il nostro primo incontro con i bagni Széchenyi è stato in un freddo dicembre del 2011. Le vasche esterne, immerse nel vapore, creavano un’atmosfera surreale, quasi mistica. Ricordo ancora il contrasto tra il calore delle acque termali e il freddo pungente dell’aria. In particolare, una delle foto che abbiamo scattato ritrae la statua che troneggia accanto a una delle vasche: un simbolo di eleganza senza tempo.

Estate 2015: i colori della vitalità

La nostra seconda visita, nell’estate del 2015, ci ha permesso di apprezzare i bagni sotto un’altra luce. Le vasche esterne brulicavano di vita, tra turisti e residenti. Il cielo blu brillante e i gerani rossi e bianchi posti nelle vasche decorative aggiungevano un tocco di vivacità.
Durante questa visita, abbiamo esplorato maggiormente anche gli interni, con le loro storiche cabine verdi e le decorazioni classiche. Un dettaglio che non dimenticherò è la luce che filtrava attraverso le finestre delle sale termali, creando giochi di ombre sulle pareti.

Relax e benessere: perché visitare i bagni Széchenyi

I bagni Széchenyi sono alimentati da sorgenti termali naturali ricche di minerali, ideali per rilassarsi e rigenerarsi. Le temperature delle vasche variano per adattarsi alle esigenze di ogni visitatore, e le saune e i bagni turchi offrono un’esperienza completa.

Un consiglio pratico per i visitatori

Se vuoi vivere un’esperienza autentica, ti consiglio di arrivare al mattino presto, quando il complesso è meno affollato. E non dimenticare di portare con te un accappatoio e delle ciabatte, elementi indispensabili per goderti al meglio la giornata.

Aggiungere valore: esplora Budapest oltre le terme

Un link esterno utile potrebbe essere quello alla pagina ufficiale dei bagni Széchenyi, dove puoi prenotare i biglietti e scoprire le informazioni aggiornate: Pagina ufficiale Bagni Termali Széchenyi.
Inoltre, perché non abbinare la visita ai bagni con una passeggiata nel vicino Parco Városliget e una visita al castello Vajdahunyad?

Conclusione: un’esperienza senza tempo

Che si tratti di una giornata invernale con il fascino del vapore o di un’estate piena di colori, i bagni termali Széchenyi di Budapest sono un luogo che lascia un ricordo indelebile. Per me e Sandra, queste due esperienze sono state una finestra aperta su un mondo di benessere, storia e bellezza.

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Murales su container con simboli e scritte.

Esplorando i murales di Mural Harbor a Linz: un viaggio nell’arte urbana austriaca

Un viaggio tra arte urbana e cultura globale

Durante il nostro viaggio verso Praga nella primavera del 2019, passando per Linz, in Austria, mia moglie ed io abbiamo scoperto Mural Harbor, un affascinante esempio di arte urbana che ha trasformato l’area industriale del porto in una straordinaria galleria a cielo aperto. Qui, artisti internazionali hanno dato vita a murales che raccontano storie, riflettono la cultura locale e donano un’anima nuova al paesaggio urbano.

Questa esperienza ci ha riportato alla mente altre stupende opere di street art incontrate in giro per il mondo: dai vivaci murales di San Francisco e Berlino, ai racconti dipinti di Orgosolo, fino alle espressioni creative di Camden Town, Melbourne e la stazione Garibaldi di Milano. Ogni volta mi sorprende come l’arte urbana riesca a trasformare spazi specifici in gallerie all’aperto, capaci di connettere comunità e culture attraverso un linguaggio universale.

Mural Harbor: il cuore pulsante della street art di Linz

Il nostro tour a Linz si è concentrato al Mural Harbor, una delle gallerie d’arte all’aperto più impressionanti d’Europa, situata nel cuore del porto industriale. Artisti provenienti da circa 30 nazioni hanno trasformato le facciate degli edifici industriali in tele giganti, realizzando oltre 300 graffiti di dimensioni monumentali.

Passeggiando tra queste opere suggestive, siamo rimasti colpiti dalla diversità degli stili e dei messaggi: ogni murale era un invito a riflettere, un frammento di cultura o una finestra su storie personali e collettive. Questo luogo non è solo una celebrazione dell’arte urbana, ma anche un esempio di come la creatività possa rigenerare e dare nuova vita ad aree spesso trascurate.

L'influenza dell'arte urbana sulla cultura locale

Linz ha abbracciato l’arte urbana come parte integrante della sua identità culturale, soprattutto nell’area portuale. Eventi e festival dedicati alla street art attirano visitatori e artisti, contribuendo a una continua evoluzione del panorama artistico cittadino. Questa apertura ha permesso alla città di diventare un punto di riferimento per gli appassionati di arte contemporanea.

Un itinerario globale: l'arte urbana come linguaggio universale

I murales che ho ammirato nel tempo, in città sparse tra i cinque continenti, mi hanno sempre raccontato storie. A Linz, l’enfasi è sull’energia contemporanea e sul dialogo tra passato e futuro. A San Francisco, ho trovato messaggi sociali potenti, mentre a Berlino, ogni opera è un manifesto politico. A Melbourne, l’arte è più libera e sperimentale, e ad Orgosolo, le immagini raccontano tradizioni e lotte di un’intera comunità.

Un viaggio attraverso i colori

Linz è diventata per me una nuova tappa di questo viaggio personale tra murales che parlano lingue diverse, ma condividono la stessa forza espressiva. La street art mi ricorda sempre che ogni muro dipinto può essere uno specchio della società, un invito alla riflessione e un modo per connettersi con il mondo.

Se vuoi esplorare altre esperienze analoghe, ti invito a leggere gli altri miei post dedicati ai murales di San Francisco (USA), Orgosolo (Italia), Camden Town-Londra (UK).

Conclusione

La visita a Linz ci ha offerto una prospettiva unica sull’importanza dell’arte urbana nel plasmare l’identità di una città. I murales non solo abbelliscono gli spazi pubblici, ma raccontano storie e riflettono le dinamiche sociali e culturali del luogo. Consigliamo vivamente una visita a Linz per scoprire questa affascinante fusione di arte e ambiente urbano.

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Coppia in abiti storici saluta durante la Regata Storica di Venezia 2024

Venezia e la Regata Storica 2024: un viaggio tra tradizioni, colori e storia

Un weekend a Venezia per la Regata Storica 2024

A settembre, Venezia si trasforma per accogliere uno degli eventi più spettacolari e antichi della sua tradizione: la Regata Storica. Quest’anno, ho avuto la fortuna di vivere l’edizione del 2024, un’esperienza che mi ha permesso di immergermi in un’atmosfera ricca di storia e cultura. Le imbarcazioni tradizionali hanno sfilato lungo il Canal Grande, offrendo uno spettacolo visivo che non dimenticherò facilmente. Nel mare di gente che assiste allo spettacolo sono stato fortunato a trovare un posto libero su un pontile in fondo a Calle della Colona, vicino a San Marcuola.

La magia delle imbarcazioni storiche

Durante l’evento, si possono ammirare splendide gondole storiche, con equipaggi vestiti in costumi tradizionali. Le varie squadre, composte da vogatori esperti, competono in diverse categorie, rappresentando la storia e le antiche tradizioni veneziane. Il contrasto tra il blu del cielo e il riflesso delle case sul canale rende ogni istante perfetto per scattare fotografie.

Tra i momenti più significativi, ricordo il passaggio della maestosa “Città di Caorle”, un’imbarcazione decorata che sembra provenire direttamente dal passato. Ho immortalato anche la gioia dei vogatori che alzavano i remi al cielo, esultando al ritmo dei canti popolari.

La città in festa

Non è solo la regata a rendere questo evento speciale: Venezia si anima di bancarelle, feste e celebrazioni. La città si riempie di visitatori e locali, tutti pronti a godere della giornata di sole e delle tradizioni che riaffiorano in ogni angolo. Passeggiando tra i vicoli, ci si sente parte di una storia millenaria, che rivive con orgoglio ogni anno.

Se state programmando un viaggio a Venezia, consiglio vivamente di scegliere il periodo della Regata Storica. Non solo avrete l’opportunità di assistere a uno degli eventi più importanti della città, ma potrete anche esplorare Venezia in un contesto festoso e pieno di vita.

Come vivere al meglio la Regata Storica

Per chi vuole assistere alla Regata Storica, è fondamentale pianificare in anticipo. I posti migliori lungo il Canal Grande si riempiono presto, ma ci sono molti punti di osservazione, soprattutto vicino al Ponte di Rialto. Consiglio di arrivare presto per trovare una posizione favorevole e godere appieno dello spettacolo.

Portate con voi una macchina fotografica o uno smartphone con una buona risoluzione: ogni istante della regata è una foto da cartolina. Inoltre, non dimenticate di gustare qualche specialità veneziana, come i cicchetti accompagnati da un buon calice di vino, nei bacari sparsi per la città.

Consigli pratici e link utili

Venezia è una città che richiede un po’ di organizzazione per muoversi al meglio. Se non siete mai stati qui durante un grande evento, vi suggerisco di consultare il sito ufficiale della Regata Storica per conoscere i dettagli dell’evento e la sua storia: Regata Storica di Venezia.

Un altro sito utile per pianificare il viaggio è Venezia Unica, dove potete acquistare biglietti per i trasporti e musei in anticipo: Venezia Unica.

Per chi è appassionato di fotografia, consiglio di dare un’occhiata a Photopills, un’app utile per pianificare scatti perfetti, anche durante la regata: Photopills.

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Tempio dorico di Segesta con colonne ben visibili sotto un cielo azzurro

Un tuffo nella storia antica: Segesta, Sicilia, una scoperta tra amici

Alla scoperta di Segesta, un viaggio tra storia e natura

La mia recente vacanza in Sicilia ha incluso una tappa imperdibile a Segesta, uno dei più importanti siti archeologici dell’isola. In compagnia di mia moglie Sandra e di amici, ci siamo immersi nella storia antica, circondati dalla bellezza di un paesaggio naturale unico.

Il maestoso tempio dorico

La nostra prima tappa è stato il famoso tempio dorico, perfettamente conservato e situato su una collina che domina la valle sottostante. Le sue colonne imponenti si stagliano contro il cielo azzurro siciliano, e nonostante la sua incompletezza (il tempio non fu mai terminato), la sua bellezza rimane intatta. Camminando tra le sue colonne, ci siamo lasciati affascinare dal contrasto tra l’architettura rigorosa e il verde circostante.

Il teatro antico: un viaggio nel tempo

Dopo aver esplorato il tempio, ci siamo diretti verso il teatro antico, situato in una posizione panoramica spettacolare. Il teatro, risalente al III secolo a.C., si affaccia sulla valle e offre una vista mozzafiato che si estende fino al mare. Abbiamo immaginato gli antichi spettatori che, seduti su quelle stesse gradinate, assistevano a rappresentazioni teatrali in un luogo che fondeva arte e natura.

La bellezza dei paesaggi siciliani

Uno degli aspetti più indimenticabili del nostro viaggio è stata la bellezza incontaminata della natura attorno a Segesta. Il verde delle colline, il silenzio della campagna e la luce calda della Sicilia ci hanno fatto sentire in perfetta sintonia con la storia e la natura. Abbiamo trascorso momenti di tranquillità, godendo del panorama e scattando numerose foto per immortalare la magia del luogo.

Consigli utili per una visita a Segesta

Se stai pianificando una visita a Segesta, ti consiglio di prenderti del tempo per esplorare l’intera area archeologica. Indossa scarpe comode, porta dell’acqua e non dimenticare la macchina fotografica: ogni angolo di questo sito merita di essere immortalato. Puoi trovare maggiori informazioni sulla storia del sito e sugli orari di visita direttamente sul sito ufficiale Siti Archeologici di Segesta.

Conclusione

La visita a Segesta è stata un’esperienza arricchente, un viaggio attraverso la storia e la natura della Sicilia. Il tempio dorico e il teatro antico sono due tappe imperdibili per chi ama l’archeologia e vuole vivere un’esperienza immersiva nel passato. Condividere questa avventura con Sandra e i nostri amici ha reso tutto ancora più speciale.

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Un viaggio nel tempo: la mia visita al museo egizio di Torino

Antiche meraviglie: le sculture egizie

Il Museo Egizio di Torino è uno dei musei più affascinanti al mondo dedicati all’antica civiltà egizia. Durante la mia visita, ho avuto modo di esplorare un incredibile patrimonio artistico e culturale, con esposizioni che spaziano dalle statue delle divinità agli intricati affreschi che decorano le tombe.

Una delle prime sezioni che mi ha colpito è stata quella dedicata alle sculture, con statue raffiguranti faraoni e nobili, realizzate in pietra calcarea e straordinariamente conservate. Un vero viaggio nel passato, dove ogni dettaglio scolpito rappresenta una finestra su una civiltà millenaria.

La magia della tomba dipinta

Proseguendo, mi sono ritrovato davanti a una ricostruzione di una tomba dipinta, le cui pareti erano ricche di affreschi che raccontano le gesta dei nobili egizi. I colori, nonostante il passare dei secoli, sono ancora vividi, trasmettendo l’essenza di una cultura che credeva profondamente nella vita dopo la morte.

Il mistero delle mummie: un tuffo nel passato

Il momento più toccante della visita è stato l’incontro con una mummia perfettamente conservata, avvolta nelle sue bende originali. La delicatezza del lavoro eseguito millenni fa per preservare i corpi testimonia il rispetto che gli antichi egizi avevano per la vita ultraterrena.

Le divinità egizie e i sarcofagi

Infine, la sezione dedicata ai sarcofagi e alle divinità ha coronato il percorso. Qui ho potuto ammirare alcuni dei manufatti più iconici, tra cui imponenti sarcofagi splendidamente decorati e statue di Anubi, Osiride e altre divinità egizie.

Un'immersione nella cultura dell'antico Egitto

Se ti trovi a Torino, una visita al museo egizio è un’esperienza da non perdere. Non solo per gli amanti dell’archeologia, ma per chiunque desideri fare un tuffo in un passato ricco di storia, arte e mistero.

Per saperne di più sull'”antica civiltà egizia” puoi collegarti alla pagina Wikipedia sull’antico Egitto (https://it.wikipedia.org/wiki/Antico_Egitto).

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Il Torneo di calcio nel fango a Ísafjörður: un’avventura unica negli Westfjords islandesi

Introduzione

Nel 2013, durante un viaggio lungo tutti gli Westfjords, mi sono imbattuto casualmente in uno degli eventi sportivi più inusuali del mondo: il torneo di calcio nel fango. Si tratta dell’European Mud Soccer Championship (o “Mýrarbolti” in islandese), che si tiene annualmente negli Westfjords dell’Islanda, precisamente nella piccola città di Ísafjörður.Questo evento ha visto la partecipazione di squadre maschili e femminili, attirando giocatori e spettatori da tutta l’Islanda e oltre, per sfidarsi su un campo di gioco tanto unico quanto imprevedibile. Essere presente è stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente.

La location: gli Westfjords

Gli Westfjords, una delle regioni più remote e affascinanti dell’Islanda, offrono il contesto ideale per un evento così particolare. Durante il mio viaggio in questa splendida area, mi sono ritrovato circondato da paesaggi mozzafiato, ma anche da un clima imprevedibile. È proprio qui, in una palude trasformata in campo di calcio, che ho assistito a qualcosa di davvero unico: squadre di uomini e donne, tutte immerse nel fango, pronte a sfidarsi senza badare troppo alle difficoltà del terreno.

Le regole e lo spirito del torneo

Le regole del torneo erano quelle del calcio, ma con una grande differenza: il campo di gioco era completamente coperto di fango. Giocatori e giocatrici, visibilmente entusiasti e pieni di energia, dovevano fare i conti non solo con gli avversari, ma anche con un terreno che rendeva ogni movimento una sfida. La fatica fisica era evidente, ma ciò che mi ha colpito di più è stato lo spirito: uomini e donne giocavano non solo per vincere, ma per condividere un’esperienza di puro divertimento.

Partecipanti e atmosfera

I partecipanti provenivano da tutta l’Islanda e persino dall’estero, e c’era una vera atmosfera di festa. Le squadre femminili erano forti e agguerrite tanto quanto quelle maschili, dimostrando che il fango non spaventava nessuno. Da spettatore, mi sono trovato a ridere e fare il tifo, immerso in una scena surreale dove le risate erano contagiose e la competizione, pur presente, lasciava spazio a momenti di goliardia e cameratismo tra tutti i partecipanti.

Il fango come protagonista

Il vero protagonista della giornata era senza dubbio il fango. Ho visto giocatori e giocatrici scivolare, cadere e rialzarsi più volte, sempre con il sorriso. Ogni azione sul campo si trasformava in una sorta di danza caotica e comica, e il pubblico, me compreso, non riusciva a trattenere le risate. Partecipare come spettatore è stato un divertimento a sé stante, con l’energia contagiosa che pervadeva tutto l’evento.

 

Conclusione: un’esperienza da ricordare

Il torneo di calcio nel fango degli Westfjords del 2013 non è stato solo uno spettacolo sportivo, ma un’esperienza di condivisione e leggerezza. Ho avuto la fortuna di essere lì per caso, in una vacanza che si è trasformata in un’occasione unica per assistere a un evento dove uomini e donne hanno dimostrato che, indipendentemente dalle difficoltà, lo spirito di gioco e il divertimento vincono sempre. È stata una giornata che non dimenticherò facilmente, e il fango ne è stato, senza dubbio, il protagonista.

 

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Tomba di Igor Stravinsky al cimitero di San Michele a Venezia.

L’Isola di San Michele: Il misterioso cimitero di Venezia e le sue tombe celebri

Introduzione

Il cimitero dell’isola di San Michele a Venezia non è solo un luogo di riposo per i defunti, ma anche un sito di grande bellezza e fascino, ricco di storia, arte e leggende. Tra i suoi sentieri tranquilli e i cipressi maestosi, si trovano le tombe di personaggi famosi e monumenti che raccontano storie di un passato lontano.

Storia del cimitero di San Michele

Il cimitero di San Michele è stato fondato all’inizio del XIX secolo, dopo che un decreto napoleonico vietò le sepolture all’interno della città di Venezia per motivi igienici. Questo cimitero, unico nel suo genere, si trova su un’isola tra il Canal Grande e la Laguna di Venezia. Originariamente sede di un monastero camaldolese, l’isola conserva ancora tracce del passato religioso, che si mescolano con la sua attuale funzione di luogo di riposo eterno.

Le sepolture celebri

L’isola di San Michele è famosa per ospitare le tombe di numerosi personaggi illustri, sia veneziani che stranieri. Tra le sepolture più celebri troviamo quella del compositore russo Igor Stravinsky, le cui opere hanno rivoluzionato la musica del XX secolo. Stravinsky scelse Venezia come luogo di riposo, attratto dalla sua bellezza e dalla sua atmosfera unica.

Accanto a Stravinsky si trova la tomba del poeta americano Ezra Pound, una figura chiave della letteratura modernista. Pound trascorse molti anni in Italia, e la sua tomba, semplice ma evocativa, attira visitatori da tutto il mondo.

Non lontano da queste sepolture si trova la tomba del celebre ballerino russo Sergei Diaghilev, fondatore dei Ballets Russes. Diaghilev è ricordato per aver introdotto una nuova era nella danza, e la sua tomba è spesso adornata con scarpette da ballo lasciate dai visitatori come omaggio al suo contributo artistico.

Tra i veneziani illustri sepolti a San Michele ci sono anche il compositore Luigi Nono, noto per le sue opere sperimentali e politicamente impegnate, Emilio Vedova, famoso per essere stato uno dei principali esponenti dell’arte astratta in Italia e per il suo uso dinamico e vigoroso del colore e della materia, e la scrittrice Freya Stark, una delle più grandi esploratrici del XX secolo, che ha descritto i suoi viaggi in Medio Oriente con uno stile unico e affascinante.

Architettura e arte: le tombe più significative

Il cimitero di San Michele è un vero e proprio museo a cielo aperto, dove l’architettura delle tombe riflette una vasta gamma di stili, dal neoclassico al moderno. Una delle tombe più impressionanti è quella della famiglia Morosini, un elaborato monumento neoclassico decorato con sculture di angeli e figure allegoriche che simboleggiano il dolore e la speranza.

Un altro esempio di architettura notevole è la Cappella Vivarini, un piccolo edificio neogotico situato in una delle zone più tranquille del cimitero. Questa cappella è famosa per le sue vetrate colorate e per le decorazioni in marmo, che creano un’atmosfera di pace e riflessione.

La tomba del barone Franchetti è un altro punto di interesse: una struttura imponente in marmo bianco con dettagli neorinascimentali, che spicca per la sua eleganza e la sua ricercatezza. Anche la tomba della famiglia Vendramin è degna di nota per il suo stile eclettico, che combina elementi neoclassici e modernisti in un’unica opera d’arte.

Le leggende e i misteri dell'isola

Come ogni luogo ricco di storia, anche l’isola di San Michele è avvolta da leggende e racconti misteriosi. Si dice che l’isola sia abitata dagli spiriti dei defunti e che durante la notte si possano udire sussurri tra i cipressi. Queste storie, vere o no, aggiungono un tocco di fascino a un luogo già di per sé magico.

Come visitare il cimitero di San Michele

Visitare il cimitero di San Michele è semplice: si può prendere un vaporetto della linea 4.2 della ACTV dal centro di Venezia. L’isola è aperta ai visitatori durante tutto l’anno, ma è importante ricordare che si tratta di un luogo sacro, e quindi è necessaria una certa sensibilità e rispetto.

Conclusione

Il cimitero di San Michele è molto più di un luogo di sepoltura. È un viaggio nel tempo e nello spazio, dove la storia, l’arte e il mistero si intrecciano per offrire ai visitatori un’esperienza indimenticabile. Le tombe celebri e le strutture architettoniche uniche rendono questo luogo una tappa obbligata per chi vuole esplorare un lato diverso di Venezia, lontano dalla folla turistica.

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Vista autunnale del Lago di Tovel con riflessi d'acqua e alberi colorati, Val di Non, Trentino

Escursione al lago di Tovel: foliage autunnale e fotografia all’alba in Val di Non

Preparativi per l'escursione: B&B e sveglia ben prima dell’alba

Qualche anno fa, il 19 ottobre 2013, ho deciso di concedermi una giornata di pura immersione nella natura. Ho scelto come destinazione il suggestivo Lago di Tovel, situato nella splendida Val di Non, in Trentino.

Il lago di Tovel è all’interno del Parco Naturale Adamello-Brenta. Si possono trovare maggiori informazioni su orari e regole del parco, visitando il sito ufficiale del Parco Naturale Adamello Brenta.

Ho prenotato un accogliente B&B lì vicino e mi sono preparato per una levataccia prima dell’alba .

Sapevo che la luce mattutina avrebbe offerto le migliori condizioni per fotografare il foliage autunnale, e l’idea di catturare questi colori vibranti era proprio lo scopo della escursione.

Lago di Tovel all'alba: un paesaggio mozzafiato

Sveglia alle prime ore del mattino, robusta colazione, il cielo ancora buio, ho lasciato il B&B con il mio zaino, attrezzatura fotografica pronta e la mente piena di aspettative.

Arrivato al Lago di Tovel, sono stato accolto da un paesaggio che sembrava uscito da un quadro. Le montagne che circondavano il lago si riflettevano perfettamente nelle sue acque cristalline, creando uno spettacolo di simmetria naturale. Il silenzio era rotto solo dal fruscio delle foglie cadenti e dal canto lontano degli uccelli.

L’albeggiare ha creato prima la luce tipica dell’ora blu per trasformarsi poi nella luce dorata dell’ora d’oro tingendo tutto di un caldo color miele. È allora che il lago si è trasformato in uno specchio che rifletteva le mille sfumature di rosso, arancione e giallo delle foglie autunnali.

Fotografare il foliage: consigli e esperienza personale

Fotografare il foliage al Lago di Tovel è stato un vero piacere. La combinazione di colori intensi, luce morbida e paesaggi montani crea infinite opportunità per catturare immagini uniche. Ecco alcuni consigli che ho trovato utili durante questa esperienza:

  • Arrivare presto: La luce dell’alba è perfetta per fotografare il foliage, poiché offre toni caldi e ombre lunghe che esaltano i colori autunnali.
  • Sfruttare i riflessi: Le acque calme del lago sono ideali per creare composizioni simmetriche, riflettendo le montagne e gli alberi circostanti.
  • Giocare con le prospettive: Provare diverse angolazioni e utilizzare elementi naturali in primo piano, come foglie o rocce, può aggiungere profondità alle foto.

Conclusione: il fascino del Trentino in autunno

La mia escursione al Lago di Tovel è stata un’esperienza difficile da dimenticare, che si aggiunge a molte altre escursioni fotografiche altrattanto intriganti. Non solo per la bellezza dei paesaggi, ma anche per la sensazione di pace e connessione con la natura che ho provato. Se state cercando un luogo dove poter vivere l’autunno in tutta la sua magnificenza, il Lago di Tovel in Val di Non è sicuramente una destinazione da non perdere. Ricordatevi di portare con voi la vostra macchina fotografica e di prepararvi a catturare uno dei migliori spettacoli naturali che l’Italia ha da offrire.

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Vista dall'alto del ponte Vecchio di Mostar, Bosnia-Erzegovina.

Il ponte di Mostar: da tragedia a simbolo di speranza

Visita a Mostar nel 2010: un viaggio indimenticabile con mia moglie

Nel 2010, mia moglie e io abbiamo avuto il privilegio di visitare la storica città di Mostar, una gemma situata nel cuore della Bosnia-Erzegovina. Ogni angolo di questa città ci ha raccontato storie, con il Ponte Vecchio che ne incarna il simbolo più significativo.

Il ponte vecchio sulla Neretva: simbolo di resilienza

Il Ponte Vecchio di Mostar, con la sua maestosa arcata che si estende sopra le acque turchesi del fiume Neretva, è tristemente noto per essere stato distrutto durante la guerra dei Balcani nel 1993. Tuttavia, la sua ricostruzione nel 2004 ha segnato un atto di rinascita e riconciliazione per la città e i suoi abitanti. Passeggiando sul ponte, abbiamo potuto percepire l’importanza storica e simbolica di questo capolavoro architettonico.

La vista di Mostar: una città che unisce

Dall’alto del Ponte Vecchio, la vista su Mostar è semplicemente mozzafiato. Le case dai tetti rossi, le antiche moschee e le strade acciottolate che si snodano lungo le rive del fiume offrono uno spettacolo unico. Sono case che raccontano di una città che ha saputo fondere diverse culture e religioni nel corso dei secoli. Abbiamo scattato diverse foto per catturare la bellezza e l’atmosfera di questo luogo magico.

Negozi sul ponte: un tuffo nel passato

Camminando lungo il ponte, ci siamo fermati nei piccoli negozi che lo costeggiano, dove il tempo sembra essersi fermato. Ogni bottega racconta una storia, con oggetti e manufatti che riflettono la ricca tradizione artigianale della regione. È stato un vero piacere curiosare tra le bancarelle e scoprire i tesori nascosti che Mostar ha da offrire.

Artigianato locale: un patrimonio da scoprire

Tra i prodotti che più ci hanno colpito, ci sono stati i tradizionali tappeti, i gioielli in argento e gli oggetti in rame, tutti realizzati a mano con una maestria che si tramanda da generazioni. Abbiamo portato a casa alcuni di questi prodotti come ricordo di un viaggio indimenticabile e come testimonianza della cultura vibrante e resiliente di Mostar.

Mostar rimane per noi una delle mete più affascinanti che abbiamo visitato, un luogo dove la storia e la bellezza naturale si fondono in un connubio perfetto.

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