Nel souk di Marrakech
Il souk (mercato) di Marrakech è uno di quei luoghi in cui perdersi è la cosa più saggia da fare.
Non è certo difficile farlo nel dedalo di stradine con centinaia di negozi e una enorme folla sempre in movimento.
A differenza dei souk di altre città arabe, quale quello di Fes, quello di Marrakech sembra essere più ordinato.
I negozi con le diverse merci sono più o meno raggruppati in aree omogenee e questo fornisce un ordinamento spaziale che dovrebbe aiutare ad orientarsi con meno difficoltà.
In realtà orientarsi ha un senso limitato, dato che il bello della esperienza nel souk è proprio quello di girarlo senza destinazione precisa e senza costrizioni temporali.
Ci si sposta su e con gli asini, in motorino, in bicicletta, a piedi.
Il visitatore deve spostarsi a piedi, con un ritmo rilassato, tale da poter apprezzare le tante esperienze che il souk ti consente di fare.
La prima sensazione, intensa, è quella olfattiva. Profumi ed odori di spezie, profumi, cibo di strada, ti avvolgono e ti rendi conto di essere in un qualche altrove.
Persone che non conosci, rigorosamente maschi, si propongono come guida per accompagnarti a visitare la zona delle concerie a cielo aperto o Piazza Djemaa Al Fnaa.
Mano a mano che passi davanti ad uno delle migliaia di negozi, se solo dai l’impressione di un minimo di interesse, anche appena accennato con un colpo d’occhio, il negoziante ti coinvolge con fare coinvolgente senza mai eccedere nel diventare fastidioso.
Metti in conto di berti qualche bicchiere di ottimo tè alla menta, offerto con generosità da molti commercianti per coinvolgere il potenziale cliente ma anche per una apparente, sincera, ospitalità.
Non hai mai l’idea che l’insistenza fosse eccessiva, sia si tratti di un commerciante che di una guida più o meno improvvisata.
C’è come un senso della misura, un gioco sottile nel non insistere troppo, a non trasformare la giusta insistenza in una pressione fastidiosa, nei confronti di turisti e visitatori.
Microcosmo di profumi, colori, luci, forme
In questo microcosmo di profumi, colori, luci, forme, il fotografo si trova come un’ape sul nettare dei fiori.
C’è tutto e di più di quello che serve per provare a fare delle belle foto.
Riuscirci è un po’ più complicato e richiede un po’ di cura.
La ricchezza abbagliante di forme, simmetrie, colori, si accompagna a condizioni di luce molto variabili che includono zone buie a zone a forte contrasto.
La gran parte delle persone non ama farsi fotografare ed è bene non fotografarle.
I commercianti, con qualche eccezione, consentono di fotografare la merce esposta purché non li si includa nelle foto.
Nei quattro giorni di febbraio 2016 passati avanti ed indietro nel souk di Marrakech, e con tantissime foto scartate, spero di essere riuscito a coglierne lo spirito.