La chiesa Hallgrímskirkja a Reykjavik, Islanda, ripresa sotto un cielo nuvoloso con una prospettiva imponente.

Islanda tra natura estrema e la capitale Reykjavik

Un Paese di contrasti: vastità e bassa densità abitativa

Immagina un Paese grande più o meno come il Nord Italia (103.000 Km² contro 120.000 Km²), ma con una densità abitativa completamente diversa. L’Islanda ha solo 3,1 abitanti per Km², contro i 231,7 del Nord Italia. In totale, l’Islanda conta circa 323.000 abitanti, dei quali 200.000 vivono nella capitale Reykjavík e nei comuni limitrofi.

Reykjavik: capitale di una natura estrema

Reykjavík, con il suo ordinato e moderno profilo urbano, rappresenta una base sicura per i viaggiatori che desiderano esplorare la selvaggia natura islandese. Anche se la capitale è solo una piccola parte di ciò che l’Islanda ha da offrire, le sue foto evocano un sentimento di ordine, pulizia e modernità, in contrasto con la natura estrema che domina il resto dell’isola.

Un Paese diventato cool: il boom del turismo

L’Islanda è diventata una meta molto popolare negli ultimi anni, con il numero di turisti che è passato rapidamente da 200.000 a 1 milione l’anno. I viaggiatori arrivano per ammirare la bellezza estrema del Paese: vulcani, cascate, geyser, lagune con iceberg, e immense distese di muschi e licheni.

La fauna islandese: un paradiso per gli amanti degli animali

Tra le principali attrazioni naturali dell’Islanda, la fauna gioca un ruolo centrale. Balene, cavalli islandesi, volpi polari e pecore libere di vagare su grandi distese sono solo alcune delle specie che popolano l’isola. Tra gli uccelli, la pulcinella di mare è diventata il simbolo più famoso dell’Islanda.

Due viaggi indimenticabili: esperienze di natura e amicizia

Le foto raccolte in questo post sono state scattate durante due dei quattro viaggi che ho fatto in Islanda, rispettivamente nel 2009 e nel 2013. Entrambi i viaggi sono stati resi possibili grazie all’amicizia e all’ospitalità di Sveinbjorn Hjalmarsson, una persona squisita che ha reso ogni esperienza indimenticabile.

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Bratislava di notte

Flash da Bratislava

Bratislava è la più piccola delle quattro capitali d’Europa bagnate dal Danubio. Le altre sono Vienna, Budapest, Belgrado.

E’ la capitale della Slovacchia, nata nel 1993 dalla separazione pacifica della Cecoslovacchia e che dette vita alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia stessa.

Si trova a breve distanza dal confine con Austria e Ungheria.

Con i suoi 500.000 abitanti è il centro catalizzatore di uno sviluppo economico ininterrotto, con la piena occupazione che attira continuamente persone dalla parte meno sviluppata nell’Est della Slovacchia.

Il piccolo centro storico è un gioiello di architettura medioevale e di piacevole vivibilità ed è sorvegliato da un possente castello che è il simbolo della città.

La parte più antica si sviluppa attorno a sole due piazze: Hlavne namestie (quella principale) e Hviezdoslavovo namestie (dal nome di un famoso poeta slovacco).

È una meta turistica in crescita, spesso combinata con la visita di Vienna, magari con una mini-crociera sul Danubio.

Caduto il Grande Impero di Moravia, la Slovacchia appartenne al Regno di Ungheria dal X secolo fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, quando il Trattato di Trianon diede la Slovacchia alla costituenda Cecoslovacchia.

Bratislava svolse un ruolo importante nel Regno di Ungheria per molti. Ne fu la capitale (1536-1784), la città dell’incoronazione (1563-1830) e la sede della dieta (1536-1848).

Città con storia antica, mostra bene la complessità delle vicende storiche in questa parte d’Europa.

Se oggi la popolazione di Bratislava è fatta per lo più da slovacchi, va ricordato come per centinaia d’anni (dal XIII alla fine del XIX secolo), il maggiore gruppo etnico della città era composto da tedeschi seguiti da ungheresi, (nel 1910, il 42% erano tedeschi, il 41% ungheresi ed il 15% slovacchi su una popolazione di 78.000 abitanti).

Dopo la prima guerra mondiale molti tedeschi ed ungheresi si trasferirono in Austria ed Ungheria rispettivamente, ed i tedeschi rimasti furono espulsi alla fine della seconda guerra mondiale.

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Cattedrale San Vito all'imbrunire Praga

Metti una sera su Ponte Carlo a Praga

Il ponte Carlo (in ceco Karlův most) è forse la attrazione più famosa di Praga con i suoi artisti di strada, musicisti, venditori di souvenir, e il continuo fluire di turisti a tutte le ore del giorno e della notte.

Costruito in pietra sopra la Moldava, unisce il quartiere di Malá Strana con la Città Vecchia.

Completato nel 1402, è lungo 515 metri, largo 10, ed è delimitato da 2 torri di fortificazione.

Un leggenda racconta che tuorli d’uovo furono aggiunti all’impasto della malta per rendere più solida la sua costruzione.

Ai due lati è oggi adornato da 30 statue barocche di santi, messe lì a partire dal XVII secolo per volere dei Gesuiti.

 

Questa è stata la prima volta che mi è capitato di visitarlo al crepuscolo, per lo più dopo un forte temporale che ha pulito l’aria creando condizioni perfette per fare qualche bella foto.

 

Ponte Carlo in sé è un’attrazione da fotografare, con le sue torri, statue e le persone che lo popolano.

Ma è anche una bella posizione per qualche scatto intrigante sul Castello e la cattedrale di San Vito,  nonché sugli edifici ai lati della Moldava illuminati dalle residua luce del crepuscolo e dalle luci artificiali.

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Ponte della Libertà - Budapest

Ponti di Budapest

Ponte delle Catene (Széchenyi Lánchíd)

Tra gli 8 ponti che attraversano il Danubio a Budapest, 2 hanno per me qualcosa di speciale. Si tratta del Ponte delle Catene (Széchenyi Lánchíd) e del Ponte delle Libertà (Szabadság híd).
Il ponte a Catene è uno dei simboli della capitale ungherese ed è il primo ponte stabile sul Danubio che collega Buda e Pest. Fu costruito su iniziativa del Conte István Széchenyi, dal 1839 al 1849. I progetti furono elaborati dall’inglese William Tierney Clark, mentre l’esecuzione fu affidata al suo omonimo Adam Clark che fece importare dall’Inghilterra anche il ferro. Il ponte poggia su due piloni di 50 metri ed è lungo di 375 metri. Il primo carro che attraversò il ponte in fase di costruzione, durante la lotta d’indipendenza, portava la corona ungherese da Buda, già allora assediata, a Debrecen. Le truppe austriache cercarono poi di farlo saltare in aria, ma ciò venne impedito da Adam Clark, che allargò le camere-catene riempiendole di materiale esplosivo. Durante la II Guerra Mondiale i tedeschi lo fecero saltare in aria e, dopo la ricostruzione, venne aperto al traffico il 20 novembre 1949. Collega la Piazza Roosevelt (Roosevelt tér) di Pest con la piazza Clark (Clark Ádám tér) a Buda, dove termina nel tunnel, lungo di 350 metri, che sottopassa la collina della Fortezza (Várhegy).

Ponte delle Libertà (Szabadság híd)

Il ponte delle Libertà (Szabadság híd): venne eretto tra il 1896 e il 1896, in occasione delle celebrazioni del millenario ungherese, su progetto di János Feketeházy e Aurel Czekelius, ma definito nelle soluzioni architettoniche dal professore del Politecnico Virgil Nagy. Nel 1896, in occasione del Millennio dell’Ungheria (896-1896), Francesco Giuseppe piantò l’ultimo chiodo d’argento sul ponte (che portava il suo nome), per inaugurarlo. Lungo 333 metri e largo 20, è reputato uno dei ponti più belli del mondo: in stile Art nouveau, con un’elegante struttura di ferro, in cima alle guglie di quattro agili torri magnificamente è stato effigiato, in atto di librarsi, un turul (mitico uccello totemico simile all’aquila che avrebbe indicato ad Árpád la strada dei Carpazi), mentre nella chiave, al centro della balaustra che sovrasta l’arco, campeggia lo stemma reale ungherese con la santa corona. Distrutto da un bombardamento tedesco nel 1945, fu ricostruito con prontezza e rinominato ponte della Libertà.

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