ig Philosophical room of the historic library in the old building of Strahov monastery

Sentirsi come l’agrimensore K ne Il Castello di Franz Kafka

Trovi chiusi la Torre dell’Orologio e il Klementinum per ristrutturazione. Ci sta. Saranno sicuramente ancora più belli da visitare.

Provi ad entrare nella cattedrale di San Vito alle 5 del pomeriggio e scopri che chiude alle 16:15 (chissà perché proprio alle 16:15).

Torni la mattina dopo e ti dicono che c’è una Santa Messa speciale e che quindi non puoi entrare in cattedrale. Dovresti tornare al pomeriggio alle 13:30. Intanto una coda enorme di persone occupa l’intera piazza antistante ignara di fare la coda per vedere una cattedrale che è chiusa. Nessun avviso all’esterno. Ti fanno fare il controllo come in aeroporto per vedere la chiesa da fuori.

Riesci ad entrare nel monastero di Strahov per vedere la stupenda libreria. Almeno qui riesci ad entrare. Alle 11:45 (si, proprio alle 11:45!) le anziane custodi ti cacciano fuori perché devono chiudere per pausa pranzo. Formalmente ti dicono solo che stanno chiudendo, ma il tono e il linguaggio del corpo non lasciano dubbi: ti stanno cacciando fuori.

Poco importa che tu abbia pagato il (modesto) biglietto. E anche il biglietto per fare le foto, anche quelle fatte con il telefonino. Ti cacciano fuori. Punto e basta. Provi a chiedere se con lo stesso biglietto puoi tornare più tardi in giornata per completare la visita. Non capiscono una parola di inglese e quindi possono solo rafforzare il messaggio con chiari inviti con le braccia ad uscire: “Ti ho detto che stiamo chiudendo. Non l’hai ancora capito?”.

 

Non c’è proprio dubbio: siamo nella stupenda città di Franz Kafka, autore tra i tanti capolavori de Il Castello, romanzo incompiuto che ruota attorno al tentativo dell’agrimensore K di entrare nel castello per conferire con qualcuno.

Ci prova in mille modi ma, per una ragione o per l’altra, non ci riesce.

Quando si dice sovrapposizione di esperienze di vita e grande letteratura.

Mi sono proprio sentito dentro alla metafora kafkiana, impossibilitato ad entrare in alcuni dei luoghi più magici di Praga ed espulso dall’unico che sono appena riuscito a gustare.

Ho fatto appena in tempo a fare qualche foto delle librerie del monastero di Stahov (https://goo.gl/maps/c8GnEyMmjnA2).

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Cattedrale San Vito all'imbrunire Praga

Metti una sera su Ponte Carlo a Praga

Il ponte Carlo (in ceco Karlův most) è forse la attrazione più famosa di Praga con i suoi artisti di strada, musicisti, venditori di souvenir, e il continuo fluire di turisti a tutte le ore del giorno e della notte.

Costruito in pietra sopra la Moldava, unisce il quartiere di Malá Strana con la Città Vecchia.

Completato nel 1402, è lungo 515 metri, largo 10, ed è delimitato da 2 torri di fortificazione.

Un leggenda racconta che tuorli d’uovo furono aggiunti all’impasto della malta per rendere più solida la sua costruzione.

Ai due lati è oggi adornato da 30 statue barocche di santi, messe lì a partire dal XVII secolo per volere dei Gesuiti.

 

Questa è stata la prima volta che mi è capitato di visitarlo al crepuscolo, per lo più dopo un forte temporale che ha pulito l’aria creando condizioni perfette per fare qualche bella foto.

 

Ponte Carlo in sé è un’attrazione da fotografare, con le sue torri, statue e le persone che lo popolano.

Ma è anche una bella posizione per qualche scatto intrigante sul Castello e la cattedrale di San Vito,  nonché sugli edifici ai lati della Moldava illuminati dalle residua luce del crepuscolo e dalle luci artificiali.

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